Io credo profondamente che noi possiamo battere Bucci. E penso che noi insieme dobbiamo battere Bucci e riprenderci l’amministrazione della nostra città.Genova può rinascere e affermarsi con il coraggio delle nostre idee, con una solida visione e con la capacità politica e amministrativa che sappiamo esprimere, traendo energia dalle profonde radici che la nostra città e il nostro partito hanno nella loro storia e nei loro valori. Genova merita di tornare a essere una città democratica, la città del dialogo e della trasparenza. Dove l’amministrazione torna trasparente, informa i cittadini delle decisioni prese, dove non si spengono i microfoni ai consiglieri comunali, ma dove si accendono le occasioni dell’incontro e dell’ascolto con le persone e il territorio.
Il Comune non può non pubblicare per anni i dati statistici perché renderebbero evidenti i dati demografici peggiorarti in modo grave negli ultimi anni e che segnano la necessità di una rigenerata politica economica, sociale, culturale.
Genova merita di essere la città dei diritti, dell’incontro e dell’ascolto tra le persone e tra i territori, considerando i municipi una risorsa istituzionale e decentrata, non un terminale dipendente dalla giunta.
Una città che recuperi le sue diversità, non solo quelle urbanistiche, ma anche quelle culturali e sociali.
E’ urgente ricostruire connessioni tra la realizzazione delle infrastrutture e le politiche a tutela e protezione delle popolazioni interessate dai cantieri, a volte invase dagli stessi, cito il Campasso ma penso a tutta la Valpolcevera o la Valbisagno o a tutti i quartieri abbandonati dentro cui passa l’autostrada senza più barriere antirumore.
Un’attenzione particolare va data alla digitalizzazione della Pubblica amministrazione attraverso l’utilizzo del PNRR al fine di costruire una cittadinanza digitale diffusa ed equa.
Va superata la politica del “sei con me o contro di me” con politiche di condivisione di obiettivi e percorsi per la realizzazione degli stessi Non dà buoni frutti la politica del contrasto, sia dentro che fuori la macchina comunale.
La Genova deve diventare una città europea che ha come obiettivo la riduzione dell’’inquinamento pro capite prodotto in particolare per quanto concerne la qualità dell’aria e la gestione dei rifiuti.
Una città in cui lo sviluppo urbano dovrà essere più inclusivo e sostenibile,  grazie a una pianificazione degli insediamenti partecipativa, integrata e sostenibile.
Genova deve pensarsi come una città che sostiene l’imprenditorialità e riconosce e valorizza le sue diverse vocazioni: porto e blue economy, industria pesante e high-tech, cultura, turismo, servizi avanzati.
Una città europea che, attraverso la conoscenza dell’offerta di lavoro cittadina  avvia un continuo cambio e supporto tra imprese e scuola, formazione professionale, università, centri di ricerca.
Come una città servizio delle politiche occupazionali affinché sia garantita un’occupazione piena e produttiva e un lavoro dignitoso per tutti.
Per diventare metropoli europea Genova deve iniziare a lavorare per recuperare il tempo perso e raggiungere quegli standard che misurano il livello raggiunto di sviluppo sostenibile ambientale, sociale ed economico, in riferimento all’Agenda 2030 e non solo – si veda obiettivo di consumo di suolo zero al 2050-.
Una città Europea a misura di donna che offre servizi adeguati per permettere alle donne di lavorare incrementando il PIL nazionale, non solo cittadino.
Una città per giovani che recuperando la sua vocazione universitaria in termini di offerta di servizi e non solo, crei una forte rete tra Università, Centri di Ricerca, servizi di avvio d’impresa per generare futuro anche con l’utilizzo di aree dismesse.
La transizione ecologica e digitale deve avvenire anche nelle aziende del Comune di Genova.
Per AMIU, la Giunta, insieme al management, ha dimostrato tutta la sua incapacità non solo non dando prospettiva all’azienda, ma anche mortificando gli stessi lavoratori. Dall’inefficienza della raccolta differenziata all’ultima questione della pulizia delle caditoie. Come avevamo detto 5 anni fa, AMIU deve diventare il punto di riferimento dell’economia circolare in Liguria.
La mobilità è strategica per lo sviluppo di una città, sia per le infrastrutture interregionali (e internazionali) sia per i servizi dell’area Metropolitana, avendo come obiettivo l’aumento del trasporto pubblico e la riduzione del trasporto privato.
Bisogna ragionare in termini di Governance, dove il TPL è l’asse portante con mezzi elettrici e digitalizzazione dei servizi, non con azioni spot ma come una pianificazione strategica del territorio, favorendo l’utilizzo di veicoli sostenibili.
Genova è la Capitale della Blue Economy ma le amministrazioni Toti/Bucci non sono state capaci di dare a questa condizione un valore aggiunto ignorando che la Blue Economy sta vivendo la sua transizione ecologica e digitale e tutta la cantieristica genovese e ligure (grande ma soprattutto medio piccola) rischia di arrivare impreparata rispetto al resto d’Europa.
Essere Capitale della Blue Economy significa favorire l’innovazione tecnologica di prodotto e processo con conseguente creazione di nuove competenze, di lavori legati al mare, alla logistica e al turismo.
La Genova che immaginiamo nasce da una strategia progettuale che tenga conto innanzitutto conto del tessuto sociale e dei suoi bisogni.
Una città della prossimità e della comunità, dei 15 minuti. Dove tutti i quartieri possano offrire alle cittadine e ai cittadini servizi accessibili e di qualità, percorsi a piedi, in bicicletta o con mezzi di trasporto pubblico efficienti e linee di collegamento per raggiungere rapidamente anche il centro.
Genova in una dimensione metropolitana  che sviluppa forti sinergie con i comuni confinanti consapevoli che la gestione dei servizi pubblici, quelli socio sanitari, del trasporto pubblico, dell’acqua, dei rifiuti non può non avere una dimensione ben più ampia di quella di una città come la nostra.
Fatemi dire che la proposta in base alla quale si vuole conteggiare la differenziata non più per singolo comune ma come città metropolitana consente solo di fare la media e quindi nascondere la performance negativa di Genova, ma in realtà Genova abbassa la media del genovesato.

PROPOSTE 

– Il welfare di comunità

La Genova che desideriamo è una città a misura di chi è più fragile con un welfare più vicino alle persone che ha come obiettivo l’emancipazione da ogni forma di disagio sociale . E’ d’obbligo che una città come Genova abbia un assessore alle politiche sociali. Ritorniamo alla scelta che vedeva i servizi sociali e socio educativi governati da un’unica direzione perché l’organizzazione dell’amministrazione  è funzionale allo sviluppo dei processi
Va ricostruito il sistema dei Servizi Sociali che deve tornare a svolgere un ruolo chiave nella promozione della coesione sociale e nella costruzione di sicurezza sociale. Sui servizi socio educativi va pensato un nuovo Piano Regolatore Infanzia e Adolescenza per raggiungere obiettivi concreti come il 33 % dell’offerta pubblica degli asili nido e consolidare un sistema integrato pubblico /privato con una governace chiara e forte da parte dell’amministrazione comunale, una città dove vivono bene le bambine e i bambini vivono bene tutti.
Va assunta ai sensi dell’ art 55 del Codice del Terzo settore la coprogettazione che è in capo ai soggetti pubblici attraverso l’ amministrazione cosiddetta condivisa
Lo sport deve avere un assessorato dedicato perché i valori dello sport sono valori di universalità e armonia e possono aiutare fortemente la nostra città sostenendo diversi processi dedicati in tutti le fasi della vita (vedi l’invecchiamento attivo, l’integrazione, la coesione)

 – Il Porto

Il porto deve mantere la sua anima versatile, grazie a terminal attrezzati per accogliere ogni tipo di traffico ma deve essere velocizzata l’azione volta all’incremento del traffico su ferro che ,oggi. è solo il 9% attraverso:
il nodo ferroviario verso il Terzo Valico,
l’elettrificazione delle banchine
la realizzazione della diga foranea
La zona logistica semplificata e la sua attuazione, la zona franca doganale e la lavorazione delle merci sono le sfide per rilanciare e implementare i traffici agevolando tutte le operazioni.
Il rapporto più positivo con la città e il suo porto passa solo attraverso la riconduzione a standard di sostenibilità ambientali che sono doverosi nel 2021 e che sono oggi portati avanti con velocità diverse nonostante gli ingenti finanziamenti nazionali.

 – La cultura come  forza generativa

Va rilanciato il ruolo generativo e democratico della cultura che è fondamentale per una società pensante. La coscienza dei cittadini é il potere generativo contro il potere devastante di un centro destra, populista e demagogico. Essere cittadini non vuole essere né sudditi, né consumatori.
Genova merita di tornare ad essere una “città di cultura”, non un contenitore, ma un luogo di produzione della cultura e delle politiche culturali. Per il suo immenso patrimonio storico, artistico e culturale, per le esperienze e competenze che esprime. Perché solo dalla cultura germogliano la democrazia, i valori, l’uguaglianza, il rispetto per le persone e per le cose e – non ultimo – lo sviluppo economico. Non a caso a questa amministrazione la Cultura dà noia.

Per concludere servono scelte drastiche e coraggiose per la nostra città: contro lo spopolamento, contro la fuga dei cervelli, contro l’abbandono e la solitudine di persone e territori.
Servono scelte drastiche e coraggiose per la nostra comunità: oggi frammentata, disgregata, disorientata.
Servono scelte drastiche e coraggiose per il nostro partito: costruiamo subito una squadra forte, ampia e coraggiosa e lanciamo la sfida.