21 novembre 2021
Sono felice che questa iniziativa accenda i riflettori su un aspetto fondamentale nella vita della città e dei suoi abitanti.
Associare le visite guidate di alcune ville che hanno fatto la storia dei nostri territori con la giornata mondiale dell’albero è doppiamente importante.
A questo proposito vorremmo però riflettere su come una parte essenziale della nostra quotidianità venga trattata a “spot” senza aver riscontri oggettivi nell’indispensabile, continua ed attenta gestione del verde pubblico genovese, quello definito più precisamente verde urbano.
Il verde urbano, è bene ricordarlo ha funzioni estetiche, biologiche ed anche psicologiche. Le strutture arboree, arbustive e tappezzanti formano infatti, con le piazze e le strade, gli spazi aperti delle città contribuendo al nostro paesaggio urbano.
Queste funzioni sono tutte riconducibili al miglioramento della qualità di vita, infatti, le piante, ove presenti, depurano l’aria fissando i gas ed il particolato in essi contenuto, diminuiscono l’inquinamento acustico termoregolando il microclima cittadino attenuando l’impatto dei venti.
Appuntamenti come questi, purtroppo rari e molto circoscritti, sono poco fruibili dalla maggior parte dei cittadini e sottolineano la distanza fra queste visite sicuramente istruttive iniziate lo scorso settembre e la reale attenzione posta in essere dal Comune all’ambiente declinato nel verde urbano di Genova.
Come Gruppo PD, già nell’ottobre del 2019 (e successivamente) portavamo all’attenzione dei consigli municipali e comunali l’assenza di un piano organico a livello metropolitano, ricordando al riguardo la legge del 14 gennaio 2013, n. 10 sulle “Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani”.
La giornata nazionale degli alberi fissata al 21 novembre, sulla scia del protocollo di Kyoto, mira a prevenire il dissesto idrogeologico, proteggere il suolo, migliorare la qualità dell’aria, valorizzare le tradizioni legate all’albero nella cultura italiana e la vivibilità degli insediamenti urbani. E’ palese quindi come le visite alle ville siano l’unica e tardiva azione posta in essere, ad oggi, dall’Assessorato competente.
E’ bene ricordare ciò che è necessario ed ignorato: il comune di residenza con popolazione superiore a 15.000 abitanti dovrebbe porre a dimora un albero per ogni neonato, entro sei mesi, nel rispetto del periodo migliore per la piantumazione; inoltre, entro un anno dalla data di entrata in vigore della legge, ciascun Comune sarebbe stato tenuto a censire e classificare gli alberi piantati, nell’ambito del rispettivo territorio, in aree urbane di proprietà pubblica.
Credo fortemente che la direzione da seguire sia quella dettata dalle normative vigenti e, proprio per rendere veramente efficace l’opera di Aster, già fortemente impegnata, auspico l’istituzione di una struttura che, in modo permanente, continuo ed attento abbia come unico focus il “verde urbano” e cioè parchi, ville, aiuole, viali alberati, aree spartitraffico piantumate e tutta la cintura che contorna i centri abitati della città.
Concludo considerando che cittadini e i turisti, oltre che ad essere condotti e istruiti come bimbi, per mano, nelle ville, avrebbero molto più bisogno di vedere nuove aree urbane piantumate, di vedere curato il verde esistente in modo costante, di alberi piantati al posto di quelli eliminati, di un’attenzione a tutta la cintura verde che abbiamo attorno alla città metropolitana.
Le piogge “estreme” ci hanno ampiamente mostrato come, lasciando morire gli alberi sulle nostre alture (vedere per credere), gli eventi franosi condizionino pericolosamente la nostra quotidianità.
Ripensare la tipologia di alberi da inserire nel contesto architettonico e urbanistico attuale sarebbe fondamentale per adeguare le reali necessità rispetto a quanto ereditato dagli anni cinquanta dello scorso secolo e questo lo riteniamo veramente utile ed indispensabile oltreché gradevole ed istruttivo.
La politica deve assumersi la responsabilità di fare scelte di valore su questi temi ma anche scelte organizzative e amministrative precise partendo anche da esperienze illuminanti come già esistono Genova nel Levante e che vedono coinvolti le cittadine e i cittadini volontari, a cui sta molto a cuore il proprio benessere e quello altrui.