Dopo il vertice del G20 che si è svolto a Roma in questi giorni e con il COP26 in corso di svolgimento a Glasgow, emerge sempre più forte la centralità dei temi ambientali e della sostenibilità per il futuro del nostro pianeta.
Tematiche fondamentali che abbiamo affrontato due settimane fa qui a Genova, grazie al convegno organizzato da La Svolta e dedicato alla transizionedigitale. Insieme a me, sono intervenuti Alessia Rotta – Presidente della VIII Commissione (ambiente, territorio e lavori pubblici) della Camera dei deputati; Sonia Sandei – Vice Presidente Vicario Confindustria Genova; Roberta Milano – Docente e consulente di marketing turistico e Michele Solari – Referente Nautica Elettrica Assonautica Italiana, con la moderazione del giornalista Simone Gallotti.
Oggi occorre schierarsi in prima linea per dare avvio ad un’azione globale contro i cambiamenticlimatici, ciascuno nel proprio ruolo: come amministratori, comepolitici, come imprenditori.
L’ “agenda2030 ” è la guida da cui i veri amministratori non possono prescindere, soprattutto per quanto riguarda l’obiettivo 11/C, relativo a come dovrebbe essere la città, intesa come insediamento umano inclusivo, sicuro, stabile e sostenibile.
Sono due i grandi temi che la città deve affrontare rispetto alla transizioneecologica: la governance e l’ identità.
Per poter attivare un efficace processo di transizione ecologica è fondamentale interfacciarsi con un interlocutore forte e autorevole che collabori con la sua identità al processo di governance della città, sostenendo tutte le parti che nei diversi ruoli siano pronte ad essere attive e presenti.
L’Europa ci indica che la strada da perseguire è questa: la sfida è raggiungere gli obiettivi tenendo conto delle differenti velocità a cui si muovono le varie realtà del territorio, accompagnando in maniera inclusiva in questo processo tutte le parti della città, tenendo conto delle peculiarità e difficoltà, ben sapendo che è necessario accelerare il più possibile perché i problemi di povertà, inquinamento e sostenibilità non possono più aspettare per essere affrontati.
Nella mia visione, una buona governance prevede una profonda conoscenza e un’alleanza con il territorio; diversamente si rischia di avviare processi che invece di creare valore aggiunto desertificano e impoveriscono parti della città, rendendole sempre meno attrattive anche per le aziende, le quali si troverebbero a operare in contesti non pronti e ostili.
La digitalizzazione di per sé non è sufficiente a rendere Genova una città adeguata agli standard europei: deve essere lo strumento ultimo dietro al quale svolgere un lavoro destinato a costruire reti virtuose di valorizzazione di tutto ciò che appartiene al territorio partendo da una visione complessiva di quest’ultimo.
Genova è stata valutata da un’indagine sulla sua capacità di digitalizzazione dei servizi attraverso tre macro obiettivi:
– L’accesso ad almeno 20 servizi pubblici in maniera digitale
– La possibilità di utilizzo delle grandi #piattaforme digitali (SPID ecc.) per accedere ai servizi
– La pubblicizzazione di tali servizi.
La nostra città ha ottenuto la sufficienza, ma in realtà occorre uno sforzo ancora maggiore: per esempio, in ambito turistico, occorre creare connessioni e percorsi che valorizzino tutto il territorio.
È fondamentale recuperare e rivalutare il concetto di una Genova multicentrica che, in un’ottica di sviluppo e di trasporti sostenibili, valorizzi aree oggi sottovalutate, ampliando l’offerta e la capacità di attrazione proprio grazie alla diversificazione.
All’interno della città esistono territori, un esempio per tutti la Valpolcevera, con criticità infrastrutturali gravi che certamente vanno velocemente risolte; il compito di una buona governance cittadina è quello di monitorare lo svolgimento delle opere e dei cantieri con un ruolo da protagonista, capace di accompagnare le imprese che operano e i cittadini che subiscono disagi in un percorso condiviso, che se ben governato può valorizzare un’area strategicamente molto importante per la sua naturale funzione di collegamento con le aree industriali del nord ovest, le aree del famoso “triangolo industriale” con Torino e Milano di cui Genova deve tornare ad essere parte con un ruolo primario e autorevole.
Per la transizione economica, anche il processo di recupero delle aree dismesse rappresenta una criticità fondamentale e anche questo processo dev’essere avviato e valutato in un’ottica di visione complessiva della città, attuando prima di tutto una mappatura precisa e valutando future destinazioni d’uso non conflittuali con il tessuto socio economico esistente, in condivisione con il territorio e le realtà presenti.
se vuoi ascoltare il convegno e il mio intervento:
https://youtu.be/TjTBeuCft3I