In questi anni la cultura non è stato un asset centrale dell’amministrazione Bucci.
In cinque anni sono state due le assessore alla cultura, il cui operato ha determinato la fine del museo d’arte contemporanea di Villa Croce ed un confuso programma culturale con consulenze poco utili allo scopo e una scarsità di risorse imbarazzanti.
Occorre cambiare paradigma e immaginare una città che basi il centro della sua azione politica sulla cultura, dai quartieri al centro. Ripartire dai quartieri significa offire opportunità ai giovani, sia in termini di spazi dove esprimere la loro creatività, sia in termini di iniziative, ripetendo ad esempio il modello Pianacci, anche in altre aree cittadine.
Favorire l’attrattività di Genova attraverso opportunità professionali in ambito culturale, aumentare i concorsi per funzionari e dipendenti pubblici del settore musei, definire un progetto reale di digitalizzazione del patrimonio degli archivi comunali.
Infine aumentare le risorse sia per il sistema musei sia per le biblioteche.
Queste idee devono essere inglobate in un ampio programma di investimenti, nazionali ed europei, necessari alla rinascita di Genova.